Programma di cooperazione transfrontaliera
Italia Svizzera
2007 - 2013
Le opportunità
non hanno confini
Partner coinvolti:
Motivazioni
Considerate le normative nazionali italiane in vigore:
- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale", Parte III (Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche) Sezione I (Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione) Titolo III Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi, Capo I Aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall'inquinamento e di risanamento;
- Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano) che stabilisce le caratteristiche di qualità e le modalità di controllo delle acque destinate al consumo umano emerge che le Regioni hanno il compito di delimitare le zone di protezione per assicurare la protezione del patrimonio idrico, adottando misure relative alla destinazione del territorio interessato nonché di adottare eventuali limitazioni e prescrizioni per i vari insediamenti (civili, produttivi, agro-forestali,…).
Le Regioni dovranno pertanto dotarsi di linee guida che permettano di caratterizzare dal punto di vista idrogeologico la risorsa idrica mediante il monitoraggio delle sorgenti di montagna, definendo gli impatti sull’ambiente circostante e le eventuali Norme d’uso del territorio delle zone coinvolte. L’importanza strategica delle sorgenti montane è peraltro indicata anche a livello europeo nella Direttiva 2000/60/CE, di imminente attuazione, secondo cui (art. 7 comma 1) devono essere individuati e monitorati tutti i corpi idrici che forniscono in media oltre 100 mc/giorno (ca. 1 l/s), per cui sarà necessario attivare un monitoraggio di almeno alcune sorgenti reputate significative.
Al di là degli obblighi normativi, la tematica delle sorgenti montane sta assumendo, nell’ambito più ampio dei cambiamenti climatici, un’importanza particolare connessa alla disponibilità della risorsa nell’immediato futuro, a fronte della generalizzata diminuzione delle precipitazioni e riduzione delle masse glacializzate osservate negli ultimi anni. Tuttavia le valutazioni tecnico-scientifiche necessarie alla valutazione quantitativa della risorsa idrica in zone montane (determinazione del bilancio idrogeologico) sono al momento affette da una certa discrezionalità sia nel calcolo dei dati di input (coefficiente di laminazione, frazione nivometrica) nonché nelle metodiche (es. numero e ubicazioni delle stazioni meteo).
Per quanto riguarda la tematica del cambiamento climatico e della disponibilità della risorsa idrica da alcuni anni sono attive alcune azioni specifiche con le quali si intende produrre mappe di distribuzione del manto nevoso mediante immagini satellitari (es. mappe di SWE prodotte da soggetti diversi in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, …): tali mappe, e quindi la conoscenza della dinamica spazio-temporale del manto nevoso, sono necessarie nel contesto di modelli di previsione in continuo degli eventi di piena (definizione del contributo della fusione della neve alla formazione delle piene), della quantificazione della risorsa idrica e del monitoraggio dell’evoluzione temporale della stessa (es. dinamiche di alimentazione delle sorgenti) e alla gestione della risorsa per la produzione di energia idroelettrica. In questo quadro, di seguito si sintetizzano i punti principali connessi alla presente proposta di progetto.
Obiettivi:
Risultati attesi:
Attività previste
Le attività di progetto si possono suddividere in due grandi sottoazioni: